La nuova riorganizzazione del recapito, nella fase di iniziale implementazione, sta già
determinando caos, incertezze e tanta preoccupazione nelle sale portalettere e ciò avviene
mentre ad oggi non si sono ancora ultimati i tavoli di monitoraggio.
Ampliamenti di zone, nuovi ruoli, nuove figure, nuove tipologie di lavoro quasi mai
accompagnate da un processo di graduale assimilazione in linea con la portata di una tale
trasformazione. Il tutto aggravato dalla contemporaneità delle ferie estive che, notoriamente,
indeboliscono gli organici e gli assetti organizzativi in genere.
Noi non rinneghiamo mai gli accordi firmati, anche se obbligati dalle necessità del
mercato, tuttavia non possiamo prescindere dalle regole!
Per conseguenza, risulta difficile comprendere come la giornata lavorativa tipo
dell’intero sistema debba sempre ruotare sull’annoso problema della carenza di
risorse,(malgrado i tagli) carenze strutturali che insistono e ormai ben note all’Azienda (vedi
la provincia di Palermo ed alcuni Centri sparsi nella Sicilia). Ed è inverosimile pensare di
“affidare” i servivi allo strumento della minaccia nei confronti del portalettere o della
contrattazione privata della flessibilità (regolata peraltro da un accordo) o dello straordinario,
spesso non retribuito.
Che certezze si danno alla qualità? Quale azienda resiste alla pressione del mercato
improvvisando e vivendo alla giornata, nel continuo e testardo tentativo di sovvertire le
regole?
Con quest’ultima riorganizzazione, fatta solo di tagli, non è più permesso fare
riferimento alla teoria. I collaboratori e i portalettere hanno l’urgenza di strumenti e di
risorse “fisiche” e non ‘’virtuali’’. La sala portalettere, ora più che mai, deve essere intesa come
una squadra e come tale esige armonia, clima disteso e mutua collaborazione per creare le
giuste motivazioni e credere nella mission. Oggi, al contrario, vige disordine, anarchia,
esasperazione, elementi che non fanno pensare positivo e che alimentano pensieri di fuga
verso settori più organizzati.
Oggi la zona di recapito è molto estesa e malgrado i cali di prodotto, comunque non
generalizzato, è sempre più complicato gestire le variabili che quotidianamente convivono nel
sistema dei servizi postali.
Se a quanto evidenziato, aggiungiamo anche gli obiettivi gestionali, a volte anche qui in
barba alle regole, allora ci pare rasentare spesso schizofrenie non piu comprensibili.
Fatta questa premessa analizziamo i punti più delicati della questione:
– Carenza di addetti alle lavorazioni interne,(in teoria in esuberi in pratica carenza)
anello fondamentale per il buon andamento dei servizi (non di rado nei Centri le
lavorazioni interne si effettuano in maniera raffazzonata in spregio anche alle
personali responsabilità in cui possono incorrere gli operatori).
– Assenza totale dei sostituti portalettere per le assenze superiori ai 20 gg. e per l
erogazione delle ferie estive (vedi accordo 8/venti).
– Forte sperequazione delle zone di recapito, il più delle volte costruite in maniera
forzata e senza una razionale logica di continuità territoriale. Totale disinteresse
rispetto alla “reale fattibilità” operativa e qualitativa, guardando solo al “taglio” come
unico obiettivo da perseguire.
– Gestione autonoma e personali interpretazioni sui diritti di natura economica e
normativa riferiti al CCNL: mancato pagamento di straordinario per molte figure);
mancato pagamento missioni; flessibilità erogata “a voce”; mancato riconoscimento
economico delle ‘mansioni superiori’ (in ambito MP viene sempre riconosciuta);
giacenze di corrispondenza non dichiarata o se dichiarata non sempre veritiera;
carenza di mezzi di trasporto e incuria degli stessi in termini di pulizia, manutenzione e
sicurezza.
Riteniamo che questi elementi siano la questione cruciale per una corretta gestione del
recapito che aiuterebbero a garantire la qualità dei servizi e la serenità dei lavoratori, di ogni
ordine e grado. Lavoratori che sino ad oggi hanno dimostrato abnegazione e grande senso di
responsabilità, dimostrandosi sempre pronti ai repentini cambiamenti ma che, di contro, non
hanno ottenuto quella serie di condizioni assolutamente indispensabili che servono a creare
un clima appena vivibile a fronte delle radicali e dolorose trasformazioni, in un contesto di
consapevole difficoltà dei servizi postali. Il rischio concreto è che anche questo sacrificio
non sia valso a nulla. La sensazione è che l’azienda, una volta ottenuti i tagli, abbia
“abbandonato” definitivamente i supporti essenziali che garantivano il progetto, a
costo anche di cambiare unilateralmente le regole condivise. Per quanto ci riguarda, i
presupposti per attendere il “fisiologico” consolidamento non ci sono più, occorrono
nell’immediato urgenti e costruttive riflessioni e, soprattutto, l’applicazione di tutto
quanto stabilito. Solo questo si pretende ! Contrariamente, nostro malgrado,
preannunciamo sin d’ora le iniziative ritenute più opportune a tutela dei servizi e della
categoria coinvolta.
IL SEGRETARIO REGIONALE SLP-CISL
GIUSEPPE LANZAFAME